Æbleskiver II (eretici)

Non amo i pellegrinaggi, se non quando riguardano personaggi più o meno "normali", o almeno non accreditati di chissà quali poteri taumaturgici. Quello che da tempo sognavo di fare aveva per meta Copenhagen: sulle tracce dell'allegro Kierkegaard e della sua romantica, se pure strampalata, vicenda sentimentale. Non ci giurerei che il padre dell'esistenzialismo potesse proprio definirsi normale, pure resta il mio filosofo preferito e quindi, quando un mese fa si è presentata l'occasione, in Danimarca ci sono andata sul serio. 
A parte pensare alla filosofia, mi sono portata a casa una padella per gli Æbleskiver che altrove non ero mai riuscita a trovare. Gli Æbleskiver si possono definire dei piccoli pancakes, molto morbidi, che in realtà sarebbero tipici del periodo natalizio ma si trovano tutto l'anno e dovrebbero avere al loro interno della composta di mele. Questi però non sono quelli tradizionali: si preparano con la Buttermilch, il latticello, e non ho ancora avuto l'occasione di procurarmelo. Ciò non toglie che la padella sia comodissima perché permette di ottenere porzioni perfettamente sferiche anche con normali impasti montati. Ho scoperto per esempio che la massa per fare il quatre-quarts, cotta su questa padella invece che in forno, dà pasticcini deliziosi.
Provare per credere. Per una ventina di palline:
  • 1 uovo L;
  • 40 di farina 00;
  • 20 di amido;
  • 60 g. di zucchero;
  • 60 g. di burro;
  • vaniglia;
  • un cucchiaio di liquore all'arancia, alla mandorla o alla vaniglia;
  • un po' di buccia grattugiata di limone;
  • mezzo cucchiaino di lievito per dolci.
Montare burro e zucchero con gli aromi in una crema ben spumosa, aggiungere l'uovo incorporandolo bene e infine la farina, da mescolare con la spatola dall'alto verso il basso (niente mixer: pena, risultato gommoso). Terminare con il liquore. Riscaldare la padella a calore medio per cinque minuti, ungere gli incavi con poco burro e riempire ciascuno di essi con un cucchiaio di pasta. Si gonfierà; quando inizia a staccarsi, rivoltare ogni porzione con l'aiuto di uno spiedino o di un ferro da calza.
Spolverare di zucchero a velo. Si conservano benissimo in una scatola per biscotti. Con lo stesso attrezzo si possono preparare le Camille con ancora maggiore fedeltà all'originale (prima o poi arriva la foto).

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