Käsekuchen al papavero e pere

Per chi mi legge in questi giorni è bottino ricco! Sto inserendo ricette su cui ho lavorato un'intera settimana, "giocoforza" - contrariamente alle mie tendenze di questi tempi -  per una bella festa attesa da molto tempo: l'assunzione di messer marito con contratto permanente con conseguente caduta d'un bel fardello di pensieri. Diciamo che una settimana di lavoro pasticcesco, prevalentemente notturno (perché poi si sa come succede, che giusto in quel caso si radunano tutte le priorità lavorative anche mie) è una piccolezza se rapportata al sollievo di qualche mese fa, alla notizia che potevamo  mettere un punto ai vagabondaggi. Perché in giro per il mondo è bello, ma a un certo punto uno preferisce farlo per turismo.
 Tra i vari dolciumi con cui ho pensato di coccolare i colleghi c'era anche questo, che a me piace tanto tanto tanto, ma che normalmente compro, perché sarebbe solo per me, il coniuge, che a tavola è comandato dalla psicologia e non dal cervello, dice che il Käsekuchen non lo apprezza perché 1. gli ricorda il cheesecake americano, che è "un mattone", 2. "è aspro" a effetto del Quark come materiale di base.
Alla prima obiezione rispondo che no, il cheesecake, malgrado l'evidente parentela con questa versione tedesca, è davvero diverso, più compatto (ma a me piaceva pure quello, e che ci posso fare). Alla seconda si è dato la risposta da solo... perché alla sua festa non si è nemmeno accorto di che tipo di crema contenesse il dolce, e cavolo se gli è piaciuto.
A parte questi dettagli di colore, questa torta combina la mia ricetta fondamentale per Käsekuchen che non abbandono nemmeno a cannonate perché dà un risultato delicato, vellutato e per nulla "aspro" (sul serio!) con un'aggiunta di crema di papavero e pere, sapore e profumo autunnale par excellence, da queste parti. Se voi volete realizzare il Käsekuchen semplice, usate una teglia rotonda da 26 cm. e otterrete una torta alta, del tipo classico e lasciate perdere il papavero e le pere. Per avere proprio questa qui, invece, usate uno stampo rettangolare, il dolce risulta più basso e adatto ad essere porzionatoa quadretti, secondo il tipo che qui chiamiamo Blechkuchen (torta in teglia). E ne vengono fuori una buona trentina.
Ingredienti per la torta:
       La pasta frolla:
  • 125 g. di burro;
  • 125 g. di zucchero;
  • 250 g. di farina 00 (#405);
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci;
  • un uovo M;
  • un pizzico di sale;
  • vaniglia e buccia d'arancia o limone grattugiata.
Impastate rapidamente gli ingredienti e mettete al fresco. Avete poco tempo? E niente paura, la frolla si conserva anche tre giorni in frigorifero. 

     Il ripieno:
  • 500 g. di quark ben scolato (Bio-supermercato o Lidl);
  • 1 uovo M;
  • 150 g. di zucchero;
  • una bustina di zucchero con vaniglia;
  • 100 ml. di olio dal sapore neutro (girasole, mais);
  • 300 ml. di latte;
  • una bustina di preparato per budino alla vaniglia.
Veloce come il lampo: miscelare tutto con la frusta a mano, versare nello stampo precedentemente foderato con la frolla e cuocere per un'ora a 180 gradi.
Per la versione alle pere, prima di versare il ripieno ci vuole la crema supplementare - anche quella potete prepararla in anticipo e metterla da parte.

   La farcia al papavero e pere:
  • 120 ml. di acqua;
  • 90 g. di zuccheri;
  • 200 g. di papavero macinato (Bio-supermercato o Lidl);
  • una bustina di zucchero con vaniglia;
  • un pizzico di cannella;
  • 60 ml. di panna liquida;
  • 2 cucchiai abbondanti di rhum;
  • 350 g. di pere fresche o sciroppate (in questo caso ben scolate!), a pezzettini.
Tostare leggermente il papavero, che libererà il suo aroma. Fare bollire l'acqua con lo zucchero e lo zucchero vanigliato, togliere dal fornello e aggiungere il papavero, la panna, la cannella e il liquore. Lasciare da parte finché la massa non si intiepidisce e diventa cremosa, di mescolare non c'è bisogno. Terminare con i pezzetti di pera e utilizzare per farcire il dolce, da cuocere sempre per un'ora a 180 gradi.
Si conserva, se non siete proprio nel deserto, anche due giorni a temperatura ambiente. Dipendesse da me, non lo troverei necessario, quello di qualche giorno fa non avrei avuto difficoltà a farlo fuori subito e tutto intero...

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